In questo articolo parliamo di smart working, anche definito “lavoro agile”, e prima di passare a dati statistici poniamo il “focus” su tutto ciò che lo smart working ha significato nelle nostre vite lavorative e non solo…
Questa situazione è stata, per molti di noi, un punto di rottura nelle abitudini e nella quotidianità in generale.
Ci siamo adattati per restare comunque produttivi nonostante il lavoro da casa, molti anche per un lungo periodo, nonché mantenere legami sociali che sono necessari alla nostra stabilità e per conservare un corretto equilibrio tra vita privata e vita professionale.
Mentre si lavora in smart working è importante non tralasciare la cura della propria salute, imparando soprattutto a definire i confini della vita lavorativa in termini di orari, per avere un buon equilibrio psico-fisico.
Ci siamo trovati a dover scegliere un luogo che ci permettesse di lavorare in tranquillità e se non era possibile, ci siamo ingegnati ad utilizzare dispositivi tecnologici per avere momenti di isolamento e trovare la concentrazione necessaria per svolgere il nostro lavoro.
Per alcuni la situazione è diventata a volte tragicomica, sino a dover utilizzare post-it sulle porte di casa con su scritto “non disturbare” .
Come dicevamo, è stato necessario anche e soprattutto porre dei confini temporali, tenere il giusto ritmo e concedersi dei regolari momenti di pausa.
Una sana ruotine quotidiana in modalità Smart Working dovrebbe prevedere almeno 10 minuti di pausa ogni due ore di lavoro, rituali fissi, come ad esempio portare a spasso il cane, esplorare il quartiere con una breve camminata, oppure semplicemente un caffè o una tisana. Stare bene aiuta a restare efficienti e tutto ciò lo abbiamo sperimentato ancor di più lavorando in smart working.
In questa particolare condizione, era necessario tenere alta la qualità della comunicazione con i membri del proprio team, così da poter creare, gestire o comunque mantenere un ambiente di lavoro amichevole ed evitare malintesi.
Molti team hanno imparato a collaborare utilizzando nuovi metodi operativi e piattaforme dedicate per semplificare e riorganizzare la divisione dei compiti e dei task per mantenere efficienza e operatività.
Abbiamo imparato anche a fare attenzione all’uso dei toni e delle parole che tramite un telefono o un video potevano essere fraintese, questo perchè la comunicazione è ben diversa rispetto a quando ci si confronta di persona. Aggiornamenti e notizie richieste con frequenza ad ogni membro del team, al nostro capo ufficio, tutto questo è stato comunque un modo per immergersi in questa nuova modalità di contatto.
Lavorare in smart working non è stato facile e piacevole per tutti comunque, per tanti è durato parecchio tempo e alcuni si sono sentiti soli, isolati, ansiosi.
COSA CI DICONO I REPORT STATISTICI?
Secondo il report ”Gli Italiani e il lavoro dopo la grande emergenza”, organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla sua Fondazione, 6 italiani su 10 apprezzano lo smart working perché consente di conciliare meglio lavoro e vita privata, allo stesso tempo trovano difficoltà sulle relazioni di lavoro, che spesso sfociano in disaffezione lavorativa.
I numeri riportati nel report dimostrano che: il 16,7% dei dipendenti intervistati considera il lavoro da remoto un “punto di non ritorno” della propria vita professionale. Oltre il 10,7% cercherebbe qualsiasi altro lavoro pur di svolgerlo da casa, mentre il 43,5% si riabituerebbe alla vita da ufficio, ma solo 4 persone su 10 tornerebbero volentieri a lavorare tutta la settimana in presenza.
A incidere non è solo il fattore età ma anche la presenza o meno di figli nella vita dei lavoratori.
Per quanto riguarda l’incastro più armonico tra vita privata e lavoro portato dallo smart working, a essere meno soddisfatti sono i dipendenti con famiglia, soprattutto le coppie: per il 43% di loro, l’equilibrio è stato minato dalla nuova normalità.
Ora osservando le conseguenze pratiche e diciamo soprattutto economiche di tale fenomeno, è vero che il lavoro in smart working ha fatto ridurre le spese per spostamenti, vitto e abbigliamento, come afferma il 71% degli intervistati, ma bisogna anche considerare che, allo stesso tempo, sono saliti i consumi casalinghi e i costi derivati tanto che, il 48,3% lamenta un aumento delle utenze e delle spese legate alla casa.
Infine, conclude la ricerca, il 39,6% dichiara di aver avuto spazi inadeguati e infrastrutture e servizi scadenti quali le connessioni internet e funzionalità delle piattaforme.
E LE DONNE COSA PENSANO DELLO SMART WORKING?
Lo smart working per molte è stato un aiuto per conciliare i tempi di lavoro e di vita, resta il fatto però che molte donne lamentano una difficoltà oggettiva nel riuscire a conciliare il lavoro in smart working con l’impegno domestico e la cura della famiglia.
Lavorare da casa in tale contesto non è risultato equilibrato e le donne rischiano di vedersi ancora una volta svantaggiate, per questo è un metodo di lavoro che apprezzano meno degli uomini.
Tant’è che alcune donne lo hanno definito un “extreme working“.
Questa “momentanea imposizione” pare essere stata un’opportunità molto positiva per gli uomini, mentre per una donna su tre è stato faticosissimo, portando in evidenza come, se fosse ancora oggi necessario, la responsabilità della cura famigliare continui a gravare prevalentemente sulle donne.
Possiamo notare quindi come diverse persone abbiano avuto non poche difficoltà in diverse situazioni (attrezzature, internet e gestione di spazi e figli) e vista l’esperienza non siano troppo convinti di questo smartworking.
Inoltre, per coloro che si sono sentiti soli, poco considerati, ecco che si fa avanti la sensazione ed il sentimento di marginalizzazione rispetto all’azienda ed alle sue dinamiche.
Pertanto si può affermare che circa il 40% degli italiani lavoratori in smart working, vuole tornare in presenza.
Noi siamo completamente d’accordo e non vediamo l’ora di tornare a servirvi!
PER CONCLUDERE, COME SARÀ IL RIENTRO?
Chi ad oggi è rientrato in presenza si sente di nuovo a suo agio nel proprio ambiente di lavoro e ritrova i punti fermi lasciati qualche mese fà, tant’è vero che per molti sembra non essere cambiato nulla.
Per alcuni invece, lo smart working è un modo efficace per aumentare la produttività e migliorare il benessere e l’equilibrio tra lavoro e vita privata.
Chissà che in futuro non si assista a uno scenario misto, magari applicando lo smart working per un giorno alla settimana.
Una cosa è certa: Condivisione e Coesione sono valori imprescindibili per un’impresa di successo che garantisce equilibrio e benessere per i dipendenti e collaboratori che vi lavorano.
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